Siciliano di Alimusa, piccolo centro in provincia di Palermo, Pasquale Scimeca è il regista di “Placido Rizzoto”, il sindacalista ucciso dalla mafia nel 1948; di “Rosso Malpelo”, film dedicato all’infanzia negata; di “Biagio”, il missionario - Biagio Conte -, creatore della "Missione di Speranza e Carità". Sono questi alcuni, tra i tanti, film e documentari del regista siciliano, che testimoniano la passione sociale dell’uomo, creatore di “un personale ciclo dei vinti”, dove il realismo si esprime in un linguaggio crudo e poetico allo stesso tempo. Un vero “Cittadino del mondo”, per l’apertura mentale, l’impegno civico, il coraggio di esplorare temi nuovi e scottanti. Con i proventi legati alla promozione di “Convitto Falcone”, il cortometraggio sul magistrato simbolo della lotta alla mafia - presentato nel 2012 alla 69 edizione della Mostra del Cinema di Venezia -, Scimeca ha contribuito a sostenere il progetto "Soñando por el cambio", un intervento in difesa dei minori realizzato dai Giuseppini del Murialdo a Santo Domingo de los Taschilas, in Ecuador.
PASQUALE, STAI PER INIZIARE LE RIPRESE DI UN NUOVO FILM IN AFRICA. QUALE STORIA VUOI RACCONTARE?
Si stiamo per partire per la Sierra Leone dove gireremo per circa quattro settimane, a partire dal 13 febbraio. Intanto andiamo per preparare il tutto, scegliere i due ragazzini che saranno gli attori protagonisti del film BALON. La storia che voglio raccontare è semplice: Un bambino che ama il calcio e sua sorella appena adolescente, vivono in un villaggio in mezzo ai boschi. Sono poveri, non hanno niente, ma sono sereni. Vivono con i loro genitori e i fratelli e gli altri abitanti del villaggio immersi nella natura, accontentandosi di quello che la vita offre loro. Poi un giorno la tragedia. Una banda di predoni di Boko Haram irrompe nel villaggio, uccide i loro genitori e i fratelli, e li costringe a fuggire lontano. Attraversano il deserto finché non giungono in Libia dove vengono rinchiusi in una prigione e costretti a lavorare come schiavi, finché non riescono a salire su un barcone. Il film finisce in mezzo al mar Mediterranneo…
COME INTENDI PARLARE DEL FENOMENO DELLE MIGRAZIONI, CHE TAGLIO DARAI AL RACCONTO?
No. Intendo parlare di Amin e di Isokè, (i protagonisti del film). Dei loro sogni, delle loro speranze, dei loro incubi. Intendo accompagnarli (e osservarli) prima nei loro giochi, e poi nel viaggio, pieno di pericoli e d’insidie. Un viaggio tragico e sublime, dove è racchiuso tutto il dolore del mondo offeso.
COSA TI HA COLPITO MAGGIORMENTE DEL DRAMMA DEI MIGRANTI?
Io non sono un sociologo né tanto meno un giornalista che fa inchieste e reportage. Voglio solo dare vita a una frase che un giorno mi ha detto un ragazzo migrante: “Quando sei in mezzo a un bosco che brucia, non puoi tornare indietro e perire in mezzo alle fiamme. Né tantomeno stare fermo ad aspettare che il fuoco ti raggiunga. L’unica scelta che hai è correre, il più in fretta che puoi, e sperare di uscire dal bosco per raggiungere la salvezza. Certo è triste sapere che gli uomini che stanno nella pianura fuori dal bosco, al posto di accoglierti e ristorarti, spesso, vogliono mandarti indietro a morire tra le fiamme. Non è umano tutto ciò. Non credi?”
IMMAGINO CHE DALLA TUA SICILIA IL FENOMENO DELLE MIGRAZIONI SI PERCEPISCA SECONDO UN’OTTICA PARTICOLARE, FORSE PRIVILEGIATA ….
Sinceramente preferirei non avere questo “privilegio”. Ma questa è la vita, e non puoi sceglierti il posto dove venire al mondo. Poi, se guardo alla storia del mio popolo, allora provo un certo orgoglio, per il modo come sa accogliere i migranti, forse perché, inconsciamente, sa, come è dura essere costretti a lasciare la propria terra.
A QUESTO RIGUARDO COME VEDI IL FUTURO PROSSIMO DEL NOSTRO PAESE, QUALI CONSIDERAZIONI O SENTIMENTI PREVALGONO?
A questa domanda preferisco no rispondere. Mi fa troppo male il pensiero.
INSIEME ABBIAMO COLLABORATO A “CONVITTO FALCONE”, UN CORTOMETRAGGIO CHE E’ SERVITO A FINANZIARE UN PROGETTO PER I MINORI CHE ABBIAMO REALIZZATO IN ECUADOR. IN QUESTO CASO QUALE APPOGGIO PUO’ OFFRIRTI LA NOSTRA ONG? COME SI CONCRETIZZERA’ IL RAPPORTO?
Mi sta già dando molto. Abbiamo firmato un protocollo con padre Antonio Lucente, e saremo ospiti della Missione di Lunsar in Sierra Leone. Ma sono certo che la collaborazione continuerà anche dopo, nella promozione del film, e nel Progetto che spero possiamo realizzare insieme coi proventi del film.
DOPO LA MAFIA, IL LAVORO MINORILE, I DIRITTI UMANI, L’ISTRUZIONE, E ADESSO ANCHE L’IMMIGRAZIONE, QUALE AMBITO PENSI DI ESPLORARE, IN FUTURO, CON IL TUO LAVORO?
La cosa più difficile, che ormai da un decennio sto provando a scrivere: un film sulla vita di Gesù.