Di Fratel Marco De Magistris. Cari amici e fratelli! Nelle lunghe ore di volo che mi hanno riportato in Ecuador dopo la parentesi italiana, mi sono chiesto cosa avrei potuto scrivervi di questo mese nel quale mi sono rincontrato con molti di voi. Alla fine delle riflessioni il pensiero posava sempre sul ringraziare!
Questo mese è stato un tempo di grazia e di grazie! Ed il primo pensiero va’ al buon Dio che mi ha colmato di tante gioie e benefici, ed è stato generoso della sua provvidenza nei miei confronti, in tutte le vicissitudini, talune anche sofferte, di questi giorni. Ma sempre ha posto davanti a me le persone giuste, al momento giusto e nel luogo giusto … davvero la Sua volontà, ma anche i Suoi tempi … non certo i miei.
La grazia di aver ottenuto finalmente questo benedetto visto, e di poter adesso vivere, con grande serenità, il mio tempo in questo Paese! E in questa grazia, altrettanti regali di fraternità e vicinanza di persone, confratelli e non, attraverso le quali questo periodo complesso si è chiuso in bellezza.
E poi la grazia del rientro in Italia … la gioia di rivedere in salute mamma e papà … la grazia di amici disponibili e generosi che mi hanno sostenuto in mille modi in queste giornate italiane. La gioia di rivedere volti benevoli di familiari, amici, conoscenti. La felicità di partecipare alla gioia di una coppia di amici che si sposano, di un fratello che si dona a Dio nel ministero del diaconato.
La bellezza di conversare con tanti confratelli incontrati in questi giorni. Un grazie anche per i motivi che mi hanno spinto a intraprendere questo viaggio carico di fatica e di chilometri. Gli incontri di lavoro in giro per l’Europa, gli enti conosciuti e le riunioni avranno, a breve, importanti e positive ricadute su tante persone bisognose, qui nel Napo. E il buon Dio ha fatto sì che tutti i pezzi del mosaico umanamente da me programmato andassero, quasi miracolosamente, tutti perfettamente al loro posto!
Grazie cari amici … grazie cari donatori, per la fiducia e la generosità dimostrata nei nostri riguardi. Sarà nostra responsabilità concretizzare tanto bene concessoci. L’unico rammarico è stato forse solo quello di non essere riuscito a salutarvi tutti, ma umanamente non è stato proprio possibile. Spero nessuno ne abbia a male! Al prossimo giro (di riposo) non mancherò!
Vi lascio con una riflessione fatta al mio rientro in Ecuador. Quando partii in Aprile con i miei valigioni (e ripensandoci avvenne lo stesso in Guinea e in Romania), fu come fare un salto nell’ignoto, Paese lontano, cultura nuova, confratelli nuovi, lingua nuova. Tutto differente, da scoprire, da metabolizzare, ogni giorno qualcosa di nuovo con cui confrontarsi, e non sempre questo percorso è stato indolore.
Ma il tempo e la grazia di Dio fanno miracoli anche in questo caso. Quando il 28 settembre ho rimesso piede all’una e mezza di notte a Quito, mi sono sentito a casa. Per la prima volta qui in Ecuador, la sensazione di non essere un estraneo (sarà per il visto?) ma di conoscere il posto, di poter dialogare, di sentirmi a mio agio con il contesto e con la gente, l’allegria nel rivedermi di nuovo in mezzo alla cara Amazzonia, nella mia piccola e sgangherata stanza, tra volti e paesaggi non più alieni, ma parte del mio vivere quotidiano … una bella sensazione! Credo che, per chi si approccia a vivere in un altro Paese, il momento più bello non sia il partire, ma il ritornare! E la stessa gioia, in questo mese, si è raddoppiata nell’arrivare a casa e nel ripartire verso casa!
Grazie a tutti cari amici e fratelli, per ogni momento passato assieme, per ogni gesto di solidarietà piccolo o grande che sia stato, per ogni incontro!
Ogni bene dal Cielo. Fr. Marco