News del 3/01/2006
E’ Natale anche in Africa! Fortunatamente è un po’ più fresco del solito: è inverno anche qui.
A volte al mattino c’è un po’ di foschia; il cielo è a volte nuvoloso, ma non cadrà una goccia di pioggia fino al prossimo mese di maggio. Di giorno fa caldo.
Un clima “natalizio” strano per noi europei.
Nella nostra parrocchia “Sant’Antonio di Bandim” in Bissau, i preparativi fervevano da tempo: novena, addobbi, canti, danze tradizionali, presepio vivente, attività caritative…
“Fame di pane – Fame di Dio” è lo slogan della Famiglia del Murialdo quest’anno… anche in Guinea Bissau! Qui la fame è qualcosa di molto concreto, che ti rode dentro… tantissimi nostri fratelli sono provati da questo flagello. Nonostante tutto, abbiamo cercato i più poveri tra i poveri, per fare festa con loro, per portare un sorriso, un raggio di luce, un filo di speranza,
e così siamo scesi…
Abbiamo incontrato dei giovani, condannati a sei, sette, e fino a vent’anni di reclusione… abbiamo cantato i nostri e loro canti, religiosi e tradizionali… avevamo dimenticato il tamburo ed uno di loro tira fuori un bidone di plastica e con le sue mani esperte ritma danze popolari. Condividiamo qualche dolcetto, doniamo una maglietta, saponette, dentifricio, candele di cera…e preghiamo il Signore che ci renda liberi nel cuore, riconciliati con noi stessi, con Dio e gli altri, che possa favorire condizioni più dignitose e umane, magari che sia concesso a qualche recluso di poter iscriversi il prossimo anno ad un corso professionale al nostro Cifap…
Siamo scesi giù, tra i viottoli del nostro “bairro”, alle capanne dei vecchi, degli ammalati, degli storpi, dei ciechi, per accompagnarli al pranzo di Natale, preparato dagli amici della Caritas, per loro.
Sono loro i “pastori” attesi da Gesù, coloro che più di ogni altro sanno godere di una festa anche minima: un bel piatto di riso, un pezzo di pollo, un “sacchetto” di “Sumo” (succo di frutta), una fetta di dolce, l’immancabile “cioccolatino”… per loro tanta amicizia, musica, e, dimenticando gli acciacchi, saltano di gioia nelle sfrenate danze africane…
E’ poi il turno dei bambini… tanti, tantissimi, alcuni vestiti come degli invitati a nozze, altri un po’ stracciati e sporchi come sempre…
fanno il presepio vivente durante la Messa di mezza notte: un bambino “nero” è nato, da una Madonna e un S. Giuseppe di colore… accompagnano le preghiere con le danze…
e poi “festa”: un groppone in chiesa a vedere la proiezione del solito, travolgente Bud Spencer… altre centinaia in cortile per il “Festival di Natale”, organizzato dagli “Amici del Murialdo”: giochi, scherzi, e soprattutto concorsi di canto e di gruppi di danzatori scatenati…
Festa dei bambini… é la festa di Gesù… ma non si sarà dimenticato la …cioccolata!!!
Il Gruppo “Amici del Murialdo” pensa anche ai bambini ricoverati presso la pediatria all’ospedale Simon Mendez, l’unico ospedale “statale” funzionante in Bissau, tra problemi indicibili… Anche in mezzo al dolore si può dare un po’ di sollievo. Le mamme giovanissime prendono in braccio i loro piccoletti, che ti guardano con occhi incredibili e tendono le manine…
E poi scendiamo a Cumura… una “tabanca” (villaggio) famosa in Guinea per l’unico, vecchio lebbrosario di questa zona di Africa occidentale. L’ospedale è gestito dai Francescani/e e ospita qualche decina di ammalati del morbo di Hamsen. Poi nuove emergenze hanno costretto ad accettare anche tubercolotici, ed oggi molti ammalati di SIDA (AIDS).
Ci sono pochi bambini, diversi giovani, molti anziani, che trascurata la malattia si trovano senza dita, senza arti…
I bambini si divertono, ammirano la scenetta preparata dal gruppo dei “Vocacionados” (i giovani in ricerca vocazionale), giocano a tombola (anche se più di qualcuno deve essere aiutato perché non sa leggere e scrivere – come quasi tutti i vecchi ricoverati). Anche per loro un po’ di gioia, calore e amicizia.
E così si fa sera, le strade sono tutte un brulicare di gente,
in festa…
oggi è stato un giorno eccezionale, un giorno da non dimenticare…
Gesù si è fatto “nero” per noi…
si è abbassato fino a noi, fino a toccarci,
con il suo amore, la sua pace,
domani continueremo a vivere con la sua luce dentro,
con la consapevolezza che “amare si può”,
con la gioia e la convinzione che “Lui discese dal cielo”
e non ebbe alcun timore a farsi “nero” per noi…Bissau, 27 dicembre 2005
p. Pierangelo – p. Gabriel e fr. Andrew