Lo scorso 31 agosto si è concluso il progetto biennale cofinanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana “Finca Educativa. Formazione integrale e sensibilizzazione ambientale per bambini e adolescenti in condizioni di rischio”. Il progetto è stato realizzato a Bogotà (Colombia) a favore di bambini e giovani in condizioni di rischio a cui sono dedicate le attività di accoglienza della Casa Hogar San Leonardo Murialdo gestita dalla Congregazione dei Padri Giuseppini del Murialdo della Provincia Ecuadoriana-Colombiana.
Grazie al finanziamento concesso dalla CEI si è contribuito al potenziamento della fattoria educativa all’interno della quale sono organizzati dei percorsi educativi-formativi ed ecologici a favore di studenti e adulti. Le attività di agricoltura, pescicoltura e allevamento realizzate all’interno della finca contribuiscono, inoltre, alla sostenibilità economica della Casa Hogar dentro la quale viene offerta formazione integrale e accoglienza diurna e notturna a bambini e ragazzi poveri e disagiati della capitale colombiana.
In occasione della visita di valutazione finale, abbiamo incontrato i beneficiari diretti del progetto con i quali abbiamo condiviso alcuni giorni. Tra loro P., un bambino di 9 anni vittima della guerriglia urbana, “desplazado” (sfollato) da uno dei quartiere periferici più poveri della città, che spontaneamente ha deciso di darci la sua testimonianza.
- Enza, posso raccontarti qualcosa?
- Certo. Cosa vuoi raccontarmi?
- Io voglio raccontarti che io sono nato in un paesino che si chiama Bolivar e ho 4 fratelli. Quando io vivevo lí, aiutavo i miei genitori nella fattoria e aiutavo a coltivare. Però, quando avevo 5 anni, gli uomini della guerriglia mi hanno fatto andare via da lì, ci hanno detto solo che avevamo a disposizione 24 ore per andarcene, se no ci uccidevano. Allora mia mamma si é fermata lì con un signore della guerriglia e con i miei fratelli, mentre io e mio papà siamo andati a Bogotá dove vive un’altra moglie di mio papà che ha altri figli. Allora noi abbiamo iniziato a sistemare la casa, però i figli della moglie di mio papà mi picchiavano ... e noi siamo poveri. Mio papà dopo mi ha fatto entrare nella Casa Hogar San Leonardo perché non poteva prendersi cura di me. Qui é bello, non é come a casa mia dove mi picchiano. Qui si prendono cura di me e mi fanno andare a scuola.
- E ti piace andare a scuola? - No, perché non mi piace la maestra. Però mi piace studiare e ho buoni voti.
- E i tuoi fratelli? Tua mamma? - Non li vedo da quando avevo 5 anni. Però io ricordo mia mamma, era bella, come me!
- E sei felice? - Io sono felice, felice, felice perché qui non mi picchiano, si prendono cura di me e non mi manca nulla. Io sono felice.
(la traduzione é quanto più letterale possibile all’originale versione in spagnolo)
Enza Digangi