Di passaggio a Roma per sbrigare alcune pratiche, abbiamo incontrato Marco De Magistris, da quattro mesi nella Comunità Giuseppina di Popesti Leordeni, una piccola cittadina vicino Bucarest dove i Giuseppini e l’ENGIM ONG hanno avviato numerose attività a favore di bambini e adolescenti.
Marco, che Paese hai trovato arrivando in Romania?
Ho trovato un Paese letteralmente in corsa verso il futuro. La Romania è “spaccata” in diverse realtà socio economiche che cercano di risolvere le loro problematiche. Una cosa le accomuna tutte: l’ingresso nell’Unione Europea (avvenuto nel gennaio 2007), ha portato l’intera nazione ad un aumento lento ma costante del costo della vita, e ad una modificazione radicale dell’apparato amministrativo, legislativo e delle infrastrutture, per potersi adeguare alle norme europee.
Perché la congregazione ti ha mandato in Romania e con quali obiettivi?
Per dare sostenibilità economica e gestionale a tutte le attività che avevamo iniziato, per poter mantenere questo servizio, a favore dei giovani e delle loro famiglie, che la congregazione svolge per la popolazione locale sin dal 1998.
Che Paese e’ oggi la Romania?
Bucarest si sta trasformando sempre più in una moderna città. Banche, centri commerciali, negozi e ristoranti, rappresentanze diplomatiche e commerciali, traffico al collasso, danno l’impressione che la povertà stia divenendo un ricordo, eppure non è tutto oro quello che luccica. Dietro i negozi pieni, le belle auto, i telefonini ultima generazione, vi sono centinaia di migliaia di persone indebitate con le banche e con lo stipendio molto basso. Ci si affida alle rimesse inviate dai parenti all’estero, aumenta spaventosamente il divario tra miliardari e persone che non arrivano a fine mese, è in aumento violenza, alcolismo, uso di droga e prostituzione, gli ammortizzatori sociali sono inadeguati e il fenomeno dei ragazzi che vivono in strada non è diminuito. Una società schizofrenica che rischia il disastro sociale. Vi sono poli industriali cresciuti in alcune città sparse sul territorio nazionale: Arad, Timisoara, Cluj, Bacau, che ospitano la maggior parte delle industrie a capitale straniero che si sono stabilite sul territorio romeno. Qui il lavoro non manca anche se gli stipendi restano ancora inadeguati (300 euro mensili per un operaio, 1000 per un laureato). In queste aree risiede l’80% delle 17.000 aziende italiane presenti sul territorio romeno. Solo queste offrono lavoro a un milione di romeni. Vi è, infine, il resto del Paese, fatto di cittadine semi abbandonate tra la campagna e i monti. Da qui sono partiti i più in cerca di fortuna, in giro per strada solo anziani, bambini e ragazzi. Dopo gli uomini, stanno partendo anche le mogli. I figli, piccoli o adolescenti, restano a casa con i nonni, spesso essi stessi in situazioni economiche precarie, costretti a prendersi cura di questi piccoli senza i mezzi economici, ma ancor più educativi, adeguati a garantire una sana crescita dei nipoti. In queste zone la terra è abbondante ma non vi è un investimento strutturato nel settore agricolo, i campi sono ancora lavorati a mano, la resa è di sussistenza. I giovani poi fuggono anche l’idea di lavorare in campagna, i sogni sono altri: sono i calciatori, le star televisive, le modelle, i soldi ed il lusso più sfrenato.
Quanto e’ diffusa tra i giovani la “Sindrome Italia”, il malessere dei bambini costretti a vivere lontano dai loro genitori andati all’estero per lavorare?
Si calcola che siano decine di migliaia i minori che non possono beneficiare della presenza dei genitori, che crescono soli, psicologicamente fragili, vulnerabili al mondo esterno. Questo disagio genera frustrazione, violenza, desiderio di partire anch’essi per una vita migliore lontano da casa. Ed è diffusa maggiormente proprio nell’ultima area che ho descritto. L'abbandono dei minori è uno dei problemi più gravi della Romania di oggi. Una stima è difficile da azzardare, ma sembra che nella sola Bucarest siano oltre 3 mila i bambini che vivono nelle fogne. Per sopravvivere chiedono l'elemosina, si riuniscono in bande, commettono piccoli furti o si prostituiscono. Secondo un recente studio effettuato dall’UNICEF, dal Ministero del Lavoro rumeno e dall’Ufficio Internazionale del Lavoro, in Romania un milione di bambini sono costretti a lavorare, nove su dieci in agricoltura. Il lavoro dei bambini è a basso costo perché non conoscono i loro diritti e non possono denunciare eventuali abusi. Le conseguenze vanno dalla mancanza di istruzione fino agli abusi fisici e psichici. L'abbandono scolastico è un problema evidente, senza però che le autorità intervengano efficacemente.
Che genere di attività svolgete in comunità?
Le attività che si svolgono all’interno della Fundatia Murialdo (attiva dal 2001) cercano di rispondere ai problemi di disagio e disgregazione sociale, in particolare dei giovani e delle famiglie. In pratica svolgiamo attività sociali, educative, di formazione professionale e sportive (calcio, volley e tennis). Per i bambini in condizioni di particolare povertà abbiamo avviato una forma di sostegno a distanza, e già 40 famiglie sono uscite dalla situazione di bisogno. Durante le vacanze, sia estive che invernali, in collaborazione con animatori italiani sono organizzate attività di animazione per centinaia di ragazzi, e campiscuola. In collaborazione con il comune di Popesti è stata aperta una biblioteca, con sala lettura ed internet. La finalità è quella di creare un luogo d’incontro per le necessità culturali al di fuori dell’orario scolastico, dove i ragazzi possano svolgere i loro compiti ed approfondire i loro interessi. Questo spazio vorrebbe diventare un centro propulsore di attività culturali con proposte atte a spronare l’ambiente. Dopo il perfezionamento di una convezione con il ministero del lavoro e dell’educazione, abbiamo avviato la realizzazione di un centro di formazione professionale. In questo momento i corsi avviati sono di lingua italiana e inglese, di informatica, di contabilità, per cuoco e cameriere. I corsi, di durata annuale, rilasciano un attestato ufficiale riconosciuto dal ministero. Ogni anno vengono organizzati anche dei corsi di formazione per animatori estivi che coinvolgono decine di giovani delle varie parrocchie della diocesi di Bucarest. Abbiamo, poi, un centro diurno che si occupa di minori in difficoltà, che assiste oltre 40 ragazzi e le rispettive famiglie con un servizio di appoggio familiare ed assistenza sociale, per meglio accompagnare i nuclei familiari verso una soluzione graduale e razionale dei loro problemi economici.
Quali sono le difficoltà maggiori del tuo lavoro?
La difficoltà maggiore che prevedo sarà proprio quella di ricercare fondi. Dall’ingresso nella UE, difatti, la Romania non ha più accesso a quei finanziamenti che normalmente venivano erogati ai Paesi in via di sviluppo. Sarà una difficoltà, ma nulla di insormontabile. Con costanza, fiducia e professionalità, riusciremo a trovare le risorse logistiche, economiche e professionali, per poter rispondere in modo adeguato alle esigenze dei nostri ragazzi.
Quali progetti state elaborando insieme all’ENGIM ONG?
L’Engim è già partner in un progetto congiunto tra giuseppini e “Impreuna” (una ONG romena che opera a favore dei rom), diretto al miglioramento dei servizi offerti dalla nostra opera (con particolare riguardo al nuovo corso di contabilità aziendale, all’ampliamento delle aule e della nuova sala di informatica), a realizzare attività contro la dispersione scolastica dei piccoli rom, al miglioramento dei servizi offerti dalla biblioteca. In accordo con la congregazione e l’ENGIM, sta per nascere una “parente” della nostra ENGIM ONG, la FISEM. Questa ONG romena avrà lo scopo esclusivo di attivare progetti a favore delle nostre attività in Romania e, per il futuro, anche quello di attivare idee, fondi e risorse in campo formativo e professionale, a favore delle nazioni di tutta l’area balcanica. Adesso siamo alla fase preparatoria, la partenza operativa è prevista per l’ottobre 2008. All’ENGIM sarà chiesto, necessariamente, di continuare a collaborare con le nostre attività. Un coinvolgimento centrato soprattutto nella formazione continua dei nostri insegnanti, nonché al passaggio delle competenze tecniche e professionali per poter rispondere in modo sempre più adeguato alle esigenze del mondo del lavoro, competenze che ENGIM ha acquisito ed utilizzato con successo nella sua lunga esperienza. Il progetto Leonardo da Vinci 2008 a beneficio dei formatori ENGIM, che si svolgerà ad aprile qui a Bucarest, vuole anche essere un primo importante passo per iniziare una collaborazione necessaria, duratura e speriamo proficua a favore dei giovani romeni e per tutto il mondo del lavoro di questo paese che, come l’Italia è parte oramai integrale dell’Europa unita! Questo è quindi l’appello: non lasciateci soli! Collaboriamo insieme per il futuro dell’Europa!
PER MAGGIORI INFORMAZIONI SULLE ATTIVITA’ IN ROMANIA VISITA IL SITO: www.murialdo.ro
E GUARDA IL VIDEO: mms://rntlivewm.rai.it/newsvod/x/vod/tgr/rubriche/08feb/2008021612185616_02_2008_levante.wmv