.jpg)
Anche questa volta quindi si è potuto avviare, grazie all’aiuto offertomi, l’iter diagnostico e terapeutico di un nuovo paziente residente in una remota comunità nella selva ecuadoriana; un diciottenne affetto da una grave cardiopatia congenita la cui vita ormai era condizionata in maniera estrema dalla malattia, che ne limitava ogni attività anche elementare, e che lo costringeva a vivere ormai in uno stato di frustrante rassegnazione. Ancora poi si è potuto mettere “in attesa” una dodicenne affetta da grave vizio aortico. “In attesa”, perché non siamo ancora in grado di valutare di quante finanze potremo disporre dopo il trattamento del precedente caso la cui spesa potrebbe aggirarsi intorno ai 4000 dollari. Questo il lavoro alla luce del sole assicurato anche da nuovi collaboratori ora aggiuntisi come i Signori Prevedel Colomba, Giovanna e Mauro Calura, Malacarne Filippo, Bui Nives per la COMART di Copparo e la Associazione “Fishing Club e Sea Lady” di Porto Tolle (RO).
Nell’ombra poi è proseguito, nell’intento di non creare pericolose speranze od illusioni negli interessati, il lavoro di ricerca sul territorio e nei collegi scolastici, missionari e non, della provincia di Tena, al fine di poter trovare altri bambini o giovani, inconsapevolmente affetti da gravi problemi cardiaci. Questo lavoro ha permesso di controllare, nell’ultimo periodo di circa due mesi, oltre 250 persone e di “scoprire”10 casi da verificare e sui quali in seguito eventualmente intervenire se si saranno reperiti i fondi necessari. Un particolare ringraziamento devo oggi ancora rivolgere all’ ENGIM di Roma che ha permesso, grazie alla sua ulteriore disponibilità, di poter affinare i nostri progetti di assistenza, garantendo un trattamento farmacologico essenziale a quei pazienti che dopo l’intervento cardiochirurgico, a causa della assoluta indigenza, non sono in grado di acquistare alcuni farmaci indispensabili al mantenimento dei benefici ottenuti. Nel complesso tutte piccole cose se viste da una prospettiva “europea” ma importanti se viste con altri occhi. Recentemente, dopo il mio rientro dall’Ecuador, mi è stato anche chiesto se, tutto sommato, questo tempo da me passato nella foresta amazzonica non fosse tempo perso. Al momento non ho ancora saputo rispondere. Penso però che potrò farlo solo dopo che mi si indicherà quale è “il tempo non perso” !!
Grazie Ancora Gianfranco Melotti