Bastano meno 50 centesimi al giorno per adottare un bambino a distanza e contribuire, in questo modo, al suo sostentamento ed alla sua educazione. Ogni giorno, nel mondo, migliaia di bambini muoiono per la fame, la sete, la mancanza di cure sanitarie. Per la povertà milioni di altri bambini finiscono nelle reti dell’emarginazione e dello sfruttamento. Aderisci anche tu, allora, al programma di sostegno a distanza promosso dall’ENGIM e dai Giuseppini del Murialdo in 15 Paesi del Sud del mondo, e dai un futuro a chi potrebbe non averne nessuno.
In questo momento i missionari giuseppini aiutano direttamente 3500 bambini e adolescenti, dalla Colombia all’Ecuador, dalla Sierra Leone alla Guinea Bissau, dall’India all’Albania. Con il contributo delle madrine e dei padrini, li accolgono nei centri diurni, finanziano le mense parrocchiali, sostengono le spese del loro studio. “Occuparci di questi ragazzi fa parte del nostro carisma e della nostra ragion d’essere – spiega P. Marco Villalba, consigliere dei Giuseppini incaricato delle missioni -. La congregazione considera il sostegno a distanza un ottimo modo per aiutare i giovani dei Paesi invia di sviluppo, perché li lascia nel loro ambiente naturale e nella loro famiglia, il tutto dentro un processo di lotta contro la miseria e l’emarginazione, che aiuta a mettere in luce e a rimuovere le cause sociali ed economiche della loro povertà”.
Nonostante che gli italiani preferiscano il sostegno al singolo bambino che quello all’intera comunità (indagine Eurisko per il Coordinamento e la regolamentazione del sostegno a distanza), Padre Marco non si stanza di ripetere che l’adozione a distanza non deve essere considerata un fatto privato o individuale che raggiunge una singola persona. “Il bambino povero non è mai un caso singolo in un contesto dove funziona tutto – spiega il sacerdote -. La sua povertà è, al contrario, generata da situazioni strutturali che generano continuamente ingiustizie, specialmente per le fasce più deboli della popolazione. E’ tutto il tessuto sociale ed economico che va affrontato e modificato per fermare alla radice il disordine che causa la povertà”.
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